Chiesa dell’ Orazione e della Morte

La Chiesa della Morte, costruita nel 1685, è legata alla Confraternita della Morte e Orazione, fondata nel XVI secolo per seppellire dignitosamente i defunti abbandonati. Architettonicamente, è un gioiello barocco restaurato nel 1702.
Indirizzo Via Gabriele D'Annunzio, 23, 00053 Civitavecchia RM, Italia
Orari di apertura Lunedì: 08:00-11:30
Martedì: 08:00-11:30
Mercoledì: 08:00-11:30
Giovedì: 08:00-11:30
Venerdì: 08:00-11:30
Sabato: 08:00-11:30
Domenica: 17:00-18:00
Prezzo Gratuito.
Punti di contatto
Cap 00053
Servizi presenti nel luogo

Orario celebrazioni eucaristiche:

Feriale: ora solare 17.00 / ora legale 17.30

Festivo: 8.00 - 11.30

Modalità di accesso E’ facilmente raggiungibile a piedi. Ingresso libero.

Chiesa della Morte interno

 

La Chiesa di Santa Maria dell'Orazione

 

La Chiesa di Santa Maria dell’Orazione è un autentico gioiello architettonico, rappresentativo dello stile barocco della seconda metà del XVII secolo. Restaurata completamente nel 1702, è riuscita a sopravvivere ai bombardamenti della seconda guerra mondiale. La sua storia, in passato nota come Rotonda del Suffragio e oggi conosciuta come Chiesa della Morte, è intimamente legata alla fondazione e alle attività della Confraternita della Morte e Orazione, istituita nella seconda metà del XVI secolo per garantire una degna sepoltura ai cadaveri abbandonati fuori le mura cittadine o dispersi in mare.

Inizialmente, la Confraternita trovò ospitalità presso la chiesa di Santa Maria, gestita dai Padri Domenicani. Tuttavia, nella seconda metà del XVII secolo, a causa dell’aumento del numero di confratelli e delle difficoltà nei rapporti con i Domenicani, i membri decisero di costruire un proprio luogo di culto. Il sito scelto, situato in Piazza Leandra e di proprietà di Michelangelo Bonauguri, è attestato da una mappa della città risalente tra il 1670 e il 1680, che conferma l’esistenza di una chiesa denominata “S. Giuseppe Oratorio della Morte” in quella piazza.

L’idea di costruire la chiesa prese forma nel 1685, ma solo nel 1693, dopo aver acquistato il terreno dalla Reverendissima Camera Apostolica, iniziarono i lavori di costruzione che terminarono nel 1699 per quanto riguarda la parte muraria. L’identità del progettista è incerta: alcuni lo attribuiscono a Mattia de Rossi, altri a Carlo Fontana, entrambi esponenti della scuola berniniana. Tuttavia, è quasi certo che il direttore dei lavori fosse il colonnello Giulio Cerutti, responsabile delle fortificazioni del porto per la Reverenda Camera Apostolica.

La chiesa presenta una pianta centrale a croce greca con una grande sala ellittica che richiama la forma di un teschio. Alle estremità della sala si trovano tre cappelle:

 

  • la Cappella dell’Altare Maggiore,
  • la Cappella del SS. Crocefisso,
  • la Cappella dei Beati Benedetto e Anna.

Inoltre, ci sono quattro porticine d’angolo, decorate con i simboli della Confraternita, che conducono rispettivamente:

 

  • alla Cappella di San Michele (in origine Oratorio),
  • all’Antica Sagrestia,
  • all’Ufficio Parrocchiale (in origine guardaroba),
  • alla Cappella Guglielmi (dedicata alla Beata Vergine dei Sette Dolori).

Nel 1698 la chiesa fu dotata di un campanile in stile barocco, sormontato da una cupola a forma di bulbo.

Le decorazioni interne in stucco furono realizzate da artisti romani tra il 1699 e il 1703, su commissione di Francesco Puccitta, benefattore della Confraternita. La pavimentazione della sala, originariamente in lastroni di cotto, fu rifatta in marmo nel 1867. Nella seconda metà del Settecento si decise di decorare la chiesa partendo dalla cupola, dove il pittore trapanese Giuseppe Errante rappresentò tra il 1786 e il 1788 l’Apoteosi della Madonna del Suffragio.

Sotto il tamburo della cupola si trovano quattro ovali di autore ignoto che raffigurano personaggi biblici dell'Antico Testamento:

 

  • Giuditta con la spada dopo aver decapitato Oloferne,
  • la regina Ester che indica Aman, fatto impiccare per ordine del re Assuero,
  • Sansone con la mascella d’asino dopo la vittoria contro i Filistei,
  • Davide che uccide Golia.

Questi personaggi rappresentano la potenza di Dio e la vittoria sul male e sulla morte.

Nella Cappella del Crocefisso si trova una bellissima statua lignea del XVII secolo di autore ignoto. Nonostante la sua mole, questa statua fu portata in processione per le vie cittadine nel 1855, durante un’epidemia di colera. Un’altra statua lignea del XVII secolo raffigura il Cristo Risorto. Questa statua è particolare non solo per la leggenda che la circonda, ma anche per la sua fattura: è composta da tanti cunei di legno incastrati tra loro e ricoperti da uno strato leggero di caolino.

La pala dell’altare maggiore è un olio su tela del 1700 che rappresenta la Madonna dell’Adorazione e del Suffragio, attribuita forse all’Errante.

La Cappella di San Michele, che prende il nome dal "Principe degli Angeli”, Protettore della Confraternita, era l'antico oratorio della Confraternita di Santa Maria dell'Orazione e Morte. Al suo interno si trovano elementi di notevole pregio, tra cui il Breviario di Pio VI del 19 agosto 1775, l'altare con la statua lignea dell'Arcangelo (XVIII secolo) ubicata all'interno di una nicchia, una pala raffigurante San Michele Arcangelo che appare ai santi Gregorio Magno e Rocco, un’altra pala raffigurante i santi Benedetto e Anna, e nel timpano curvilineo della Cappella di San Michele, un medaglione dipinto ad olio raffigurante la Madonna con Bambino, restaurato nel 1970 e probabilmente attribuibile all’Errante.

Nel vano di ingresso, sopra la cantoria, si trova l’organo protetto da una balaustra ricavata dalla parte della poppa della Galera San Pietro, nave ammiraglia dello Stato Pontificio, che combatté vittoriosamente nella famosa battaglia di Lepanto nel 1571. Questa balaustra fu collocata nei primi del 1800, come attestato dallo stemma di Pio VII.

La Cappella Guglielmi, inizialmente dedicata alla Beata Vergine dei Sette Dolori, conteneva un quadro della Madonna Addolorata, purtroppo andato perduto. Successivamente, fu chiamata anche Cappella del SS. Sacramento in ricordo del privilegio perpetuo di conservare il Sacramento nel ciborio dell’altare, concesso da Papa Pio VI nel 1776. La cappella che oggi possiamo ammirare è il risultato dei lavori di restauro iniziati nel 1869 e terminati nel 1886, finanziati dal Marchese Felice Guglielmi. L’interno, in stile neogotico, è caratterizzato da due nicchie sormontate da alte guglie gotiche. Nelle nicchie sono collocati i monumenti funebri: quello di destra, opera dello scultore Giulio Tadolini, è dedicato a Felice Guglielmi, morto nel 1893; l’altro, più semplice, con un busto bronzeo, è dedicato a Benedetto Guglielmi, morto nel 1941.

Dal 2012, l’edificio è stato sottoposto a un’intensa opera di restauro, che ha riportato alla luce la bellezza dell’attuale pala d’altare “La Madonna in Gloria con il bambino e le anime del Purgatorio” e della Cappella Guglielmi, dedicata alla Madonna dei Sette Dolori, includendo anche il restauro degli affreschi della cupola absidale e delle due cupole laterali.

 

 

 

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